Savoir-faire antichi e moderni tra Ruvo di Puglia e Napoli: il cratere dell'Amazzonomachia e la loutrophoros con il mito di Niobe, Ricerche sulla ceramica italiota 2
EAN13
9782380500318
Éditeur
Publications du Centre Jean Bérard
Date de publication
Collection
Cahiers du Centre Jean Bérard
Langue
italien
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Savoir-faire antichi e moderni tra Ruvo di Puglia e Napoli: il cratere dell'Amazzonomachia e la loutrophoros con il mito di Niobe

Ricerche sulla ceramica italiota 2

Publications du Centre Jean Bérard

Cahiers du Centre Jean Bérard

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Questo volume raccoglie i contributi della Giornata Internazionale di Studi
organizzata nell’ambito della 16a edizione del programma Restituzioni 2013,
dal Centre Jean Bérard e da Banca Intesa Sanpaolo in collaborazione con il
MANN e l’Università degli Studi di Milano, in occasione del restauro di due
vasi del MANN. Con l’obiettivo principale di restituire ai due vasi una
unitarietà di lettura, oltre a garantirne il consolidamento e il miglioramento
delle precarie condizioni di conservazione, sono stati programmati dal
Laboratorio di Restauro del MANN significativi interventi conservativi,
realizzati da Raffaele D’Aniello, Pasquale Festinese, Antonio Guerra, Antonio
Marroccella, con la direzione di Luigia Melillo e il coordinamento di
Mariateresa Operetto. Questo libro vuole rendere omaggio al sapere del
collezionista, del restauratore, del vasaio e del pittore che, attraverso le
loro produzioni dall’antichità ad oggi costituiscono parte del patrimonio del
MANN. La sfida è stata quella di ricostruire, sulla scia di pubblicazioni
recenti che presentano la storia completa di singoli vasi italioti, la
biografia e l’autopsia delle opere attraverso un’analisi a 360 gradi,
annullando i confini tra i periodi e le conoscenze attraverso il confronto tra
i vecchi e i nuovi restauri e le indagini condotte nei documenti conservati in
magazzini e archivi. A proposito di “savoir-faire antichi”, il cratere e la
loutrophoros oggi esposti nella sezione Magna Grecia rappresentano
straordinari documenti archeologici della qualità artigianale raggiunta dai
ceramisti e ceramografi apuli nel IV secolo a.C.: a questi manufatti di pregio
le comunità dell’antica Puglia si affidavano per affermare, attraverso la
scelta delle forme vascolari e delle loro raffigurazioni, i valori, le
credenze e le esigenze di affermazione sociale. Essi costituiscono, quindi,
una fondamentale fonte di conoscenza del mondo antico: la lettura della forma
e delle immagini proposte nei diversi contributi qui presentati ne mostrano la
complessità e l’importanza.
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